Le abitudini orali viziate possono influenzare profondamente lo sviluppo della bocca e del viso nei bambini, portando a problemi come la malocclusione. Un recente studio condotto in Arabia Saudita e pubblicato sulla rivista Cureus ha analizzato il legame tra comportamenti comuni nei più piccoli, come succhiare il pollice o respirare con la bocca, e alterazioni della crescita cranio-facciale. Ecco perché è importante riconoscerli e intervenire per tempo.
Come le abitudini viziate influenzano la bocca
Abitudini come succhiare il pollice o l'uso prolungato del ciuccio creano una pressione anomala sulle arcate dentali e sui tessuti molli. Questo ostacola il corretto sviluppo delle ossa e dei denti. Per esempio, la spinta linguale (il movimento della lingua contro i denti) può causare malocclusioni di Classe II o III, mentre la respirazione orale spesso porta a un palato stretto e a una postura errata della mandibola. Nei casi più gravi, può contribuire alla sindrome dell'apnea ostruttiva del sonno.
Perché si sviluppano queste abitudini?
Secondo lo studio, queste abitudini possono avere origini emotive, comportamentali o ambientali. In alcuni bambini, per esempio, succhiare il pollice o utilizzare il ciuccio è un meccanismo di conforto. In altri, problemi respiratori, come l’ipertrofia delle adenoidi, possono indurre a respirare con la bocca. Qualunque sia la causa, una diagnosi precoce è essenziale per identificare il problema e intervenire.
Prevenire la malocclusione: un approccio multidisciplinare
La prevenzione è fondamentale per ridurre il rischio di malocclusione. Lo studio suggerisce di coinvolgere pediatri, odontoiatri e ortodontisti per monitorare e trattare queste abitudini nei primi anni di vita. I genitori hanno un ruolo chiave: eliminare i comportamenti viziosi entro i 3-4 anni è spesso sufficiente per prevenire danni futuri. Inoltre, è importante valutare la respirazione del bambino e trattare eventuali ostruzioni nasali. Nei casi più complessi, possono essere necessari apparecchi ortodontici per correggere la posizione dei denti e favorire una crescita equilibrata.
La diagnosi precoce fa la differenza
Le abitudini orali viziate possono sembrare innocue, ma se ignorate, rischiano di compromettere lo sviluppo orale e funzionale dei bambini. Una diagnosi tempestiva, associata a interventi mirati, è il modo migliore per garantire un sorriso sano e un futuro senza complicazioni. Se sospetti che tuo figlio abbia una di queste abitudini, non aspettare: rivolgiti al tuo dentista di fiducia.
La salute orale in gravidanza è un tema fondamentale per il benessere della mamma e del nascituro. Contrariamente a quanto molte donne credono, non ci sono controindicazioni nell’effettuare cure odontoiatriche durante la gestazione. Al contrario, rimandare trattamenti o controlli può aggravare problemi come carie, gengiviti e parodontiti, con potenziali rischi per la salute generale. Meglio invece seguire le Linee guida del Ministero della Salute per proteggere il benessere della futura mamma e del bambino.
Prevenzione e controllo professionale
La prevenzione inizia con una visita di controllo nei primi tre mesi di gravidanza. Durante questa fase, l’odontoiatra o l’igienista dentale fornisce istruzioni sull’igiene orale, sull'impiego raccomandato di dentifrici fluorati e filo interdentale per mantenere la placca sotto controllo.
Le sedute di igiene professionale per l’ablazione del tartaro e la levigatura radicolare sono sicure in ogni trimestre. Anche le cure odontoiatriche di routine sono consigliate, preferibilmente tra la 14ª e la 20ª settimana. In caso di emergenze, è bene sapere che i trattamenti urgenti possono essere effettuati senza rischi in qualsiasi momento della gravidanza.
Il ruolo del fluoro nella prevenzione
La fluoroprofilassi è il pilastro della prevenzione contro la carie. L’applicazione topica di fluoro, attraverso dentifrici specifici da usare due volte al giorno, è raccomandata. Le evidenze scientifiche non supportano l’utilità di un'assunzione sistemica di fluoro in gravidanza, rendendo sufficiente l’uso locale del prodotto.
Educazione alla salute orale per il neonato
Le corrette abitudini di igiene orale vanno trasmesse sin dalla nascita. Prima che spuntino i primi dentini, si consiglia di pulire le gengive del neonato con una garza morbida dopo la poppata. È importante evitare scambi di saliva: meglio dunque non assaggiare il cibo con il cucchiaio del bambino, così da ridurre il rischio di trasmissione di batteri cariogeni.
Quando i denti iniziano a spuntare, è essenziale spazzolarli due volte al giorno con un dentifricio fluorato contenente almeno 1000 ppm di fluoro. La quantità di prodotto non deve superare le dimensioni di un pisello per evitare sovradosaggi.
Un passo decisivo per la salute di tutta la famiglia
La gravidanza è un momento cruciale per migliorare le abitudini di igiene orale. Seguire le Linee guida, che qui abbiamo riassunto, permette di proteggere la salute di mamma e bambino, promuovendo al tempo stesso l’educazione alla prevenzione per tutta la famiglia.
La parodontite è una malattia cronica che colpisce i tessuti di supporto dei denti e può portare alla perdita dei denti se non trattata adeguatamente. Nonostante la gravità della condizione, molti pazienti tendono a interrompere la terapia una volta notati i primi miglioramenti. Questo comportamento può compromettere seriamente la salute orale a lungo termine.
Un recente studio retrospettivo, condotto da ricercatori della University Medicine Greifswald in Germania e pubblicato sul Journal of Clinical Periodontology, ha indagato proprio gli effetti dell'interruzione della terapia parodontale di supporto (SPT) su pazienti con storia di parodontite trattata, evidenziando l’importanza di non interrompere il trattamento.
Cos'è la parodontite?
La parodontite è una malattia infiammatoria cronica che colpisce il tessuto di sostegno dei denti, inclusi le gengive, il legamento parodontale e l’osso alveolare. Se non trattata, l’infiammazione può causare la distruzione dei tessuti che sostengono i denti, con conseguente mobilità dentale e, nei casi più gravi, perdita dei denti.
L'importanza della terapia parodontale di supporto (SPT)
Dopo aver completato il trattamento iniziale della parodontite, la terapia parodontale di supporto (SPT) diventa fondamentale per mantenere la salute dei tessuti parodontali e prevenire recidive. La SPT include regolari pulizie dentali, controlli e monitoraggio della profondità di sondaggio (PD) delle gengive, un parametro chiave per valutare l'infiammazione.
Cosa succede quando si interrompe la SPT
Lo studio condotto presso la University Medicine Greifswald ha esaminato un campione di 335 pazienti con una storia di parodontite trattata. Di questi, 280 pazienti hanno seguito regolarmente la SPT per un periodo medio di 5,5 ± 4,5 anni, mentre 55 pazienti hanno interrotto la terapia dopo un periodo iniziale, con una durata media di SPT di 8,3 ± 3,8 anni e un'interruzione media di 5,3 ± 3,7 anni.
I ricercatori hanno analizzato la profondità di sondaggio (PD) e la perdita di denti in tre momenti chiave: all'inizio del trattamento attivo (T1), all'inizio della terapia di supporto (T2), e all'ultima visita disponibile (T3). I risultati hanno mostrato differenze significative tra i pazienti che hanno seguito la SPT in modo regolare e quelli che l’hanno interrotta.
I risultati dello studio
Durante il periodo di osservazione, i pazienti che avevano interrotto la SPT hanno mostrato una perdita annuale di denti significativamente più alta rispetto a quelli che hanno continuato la terapia. La perdita media annua di denti nei pazienti "drop-out" è stata molto più elevata rispetto ai pazienti conformi.
Anche per quanto riguarda la profondità di sondaggio, lo studio ha rivelato differenze importanti. In entrambi i gruppi, sia nei pazienti che hanno seguito la SPT che in quelli che l’hanno interrotta, è stata osservata una riduzione significativa della PD tra l'inizio del trattamento attivo (T1) e l'inizio della terapia di supporto (T2):
- Nei pazienti conformi, la PD è scesa da 3,61 ± 0,82 mm a 2,68 ± 0,40 mm.
- Nei pazienti che hanno interrotto la SPT, la PD è scesa da 3,70 ± 0,73 mm a 2,76 ± 0,42 mm.
Tuttavia, al momento dell'ultima valutazione (T3), si è verificato un lieve aumento della profondità di sondaggio in entrambi i gruppi, ma con una differenza significativa tra i due:
- Nei pazienti conformi, la PD è aumentata solo leggermente a 2,74 ± 0,41 mm.
- Nei pazienti drop-out, l'aumento è stato più marcato, raggiungendo 2,99 ± 0,75 mm.
Implicazioni cliniche
Questo studio evidenzia chiaramente che, sebbene entrambi i gruppi abbiano registrato un miglioramento iniziale nella profondità di sondaggio, i pazienti che hanno interrotto la SPT hanno mostrato una perdita dentale molto più elevata e un peggioramento più evidente della condizione parodontale nel lungo termine. Anche se la riduzione della PD è stata mantenuta parzialmente nei pazienti drop-out, l’interruzione della terapia ha portato a risultati clinici meno favorevoli rispetto a chi ha proseguito il trattamento regolarmente.
Le conclusioni della ricerca
Le evidenze emerse dallo studio confermano l'importanza di continuare con la terapia parodontale di supporto per prevenire la perdita dentale. I benefici cumulativi della SPT, come la rimozione del tartaro e il controllo costante dell’infiammazione gengivale, sembrano essere fondamentali per preservare la salute orale. La mancata adesione alla SPT aumenta significativamente il rischio di perdere denti, anche se i miglioramenti iniziali della salute gengivale possono essere parzialmente mantenuti.