Parodontite, da una dieta restrittiva nuove opportunità di cura

La parodontite è una malattia spesso sottovalutata, certo non dagli odontoiatri che ne comprendono l'entità. I pazienti, invece, purtroppo, tendono a rivolgersi tardi agli specialisti che possono solo diagnosticare la malattia quando ormai si è sviluppata. Il trattamento della parodontite è notoriamente lungo e complesso, poiché le sue cause sono varie e interconnesse. Recenti studi hanno dimostrato l'importanza della dieta per la salute delle gengive. Una revisione sistematica della letteratura, pubblicata su Clinical Oral Investigations, si è focalizzata su questo argomento, esaminando l'impatto di una dieta restrittiva sulla parodontite. Il team di ricerca, affiliato al King's College di Londra, ha analizzato gli effetti della riduzione calorica sulla progressione della malattia parodontale e sulla risposta al trattamento, ottenendo risultati interessanti e clinicamente rilevanti, anche se non ancora definitivi.

Fonti e metodologia della ricerca

Per condurre questo studio, gli autori hanno condotto una ricerca approfondita su Medline, Embase e Cochrane, archivi che contengono ricerche di livello internazionale, esaminando anche manualmente gli studi pertinenti. Sono stati inclusi solo studi preclinici e clinici sull'uomo che indagavano gli effetti delle restrizioni caloriche sui parametri clinici e infiammatori legati alla parodontite. Inizialmente, sono stati individuati 4980 articoli, ma solo sei studi soddisfacevano i criteri di inclusione. Tra questi, quattro erano studi su animali e due coinvolgevano esseri umani.

I risultati

Nonostante il numero limitato di studi e la diversità dei dati, sono emersi risultati di grande rilevanza. Tutte le ricerche indicavano che una dieta a basso apporto calorico potrebbe ridurre l'infiammazione sia locale che sistemica, nonché rallentare la progressione della parodontite rispetto a una dieta normale. La restrizione calorica ideale è definita come una riduzione del consumo medio di calorie giornaliere tra il 10% e il 40%, senza causare carenze nutrizionali e senza intaccare l'apporto di nutrienti essenziali come vitamine e minerali. Diversi studi hanno evidenziato benefici come la riduzione del sanguinamento delle gengive, la diminuzione dell'infiammazione e la prevenzione della perdita dei denti attraverso la riduzione dell'apporto calorico.

Conclusioni intriganti, anche se ancora preliminari

Questa revisione sistematica rappresenta il primo studio che esamina l'effetto delle restrizioni dietetiche sulla parodontite. Nonostante la limitatezza degli studi disponibili, i risultati suggeriscono che una dieta a basso apporto calorico potrebbe migliorare le condizioni parodontali, riducendo l'infiammazione e favorendo una risposta migliore al trattamento. Tuttavia, ulteriori ricerche sono necessarie per confermare questi risultati e fornire evidenze più solide.

L'importanza clinica della ricerca

Secondo gli esperti, i risultati ottenuti da questa revisione sistematica hanno una rilevanza clinica di prim'ordine. L'informazione emersa suggerisce che l'adozione di restrizioni dietetiche potrebbe costituire un'opzione terapeutica complementare estremamente vantaggiosa per i pazienti affetti da parodontite. I dati attuali indicano chiaramente che la dieta riveste un ruolo di fondamentale importanza nella gestione efficace della malattia parodontale. Ci si augura che i risultati di questa ricerca incoraggino ulteriori studi approfonditi e attirino l'attenzione sull'importanza di includere la dieta come elemento integrante del trattamento per la cura della parodontite.

Per l"apparecchio" non è mai troppo presto

La terapia ortodontica può essere più efficace se iniziata precocemente, senza aspettare lo sviluppo completo dei denti permanenti. Già a partire dai 4 anni di età, è possibile utilizzare l'apparecchio ortodontico per correggere difetti e guidare la crescita dell'apparato masticatorio del bambino, con benefici anche sulla respirazione e la deglutizione. Le abitudini viziate, come succhiare il dito o una deglutizione anomala, e la posizione errata della lingua sono spesso responsabili di una chiusura impropria dei denti. Tuttavia, i nuovi allineatori possono anche contribuire all'innalzamento della lingua durante la deglutizione.

Meglio prima che dopo

Secondo gli esperti, è consigliabile portare i bambini dall'ortodontista intorno ai 9 anni, ma le evidenze scientifiche indicano che l'età può essere notevolmente ridotta. Già a 3 o 4 anni, possono essere utilizzati apparecchi mobili progettati per i denti da latte, da indossare per circa 23 ore al giorno, per correggere il morso incrociato e morsi inversi. Questi dispositivi funzionali migliorano la masticazione, la deglutizione e la fonetica del bambino, poiché molte imperfezioni linguistiche sono causate dalla posizione errata della lingua. Inoltre, aiutano nella chiusura attiva delle labbra e favoriscono la respirazione nasale corretta, evitando problemi di placca e infezioni respiratorie.

Attenti però all'igiene

L'ortodonzia ha beneficiato di sviluppi tecnologici significativi, offrendo oggi molte opzioni, come allineatori trasparenti o mascherine, anche per i bambini. In particolare, un nuovo protocollo ortodontico combina allineatori trasparenti pediatrici con un dispositivo mio-funzionale che agisce sulla funzione muscolare alterata, influenzando sia la dentatura da latte che quella mista. Tuttavia, prima di qualsiasi trattamento ortodontico, l'esame delle gengive è fondamentale, poiché la cura delle fondamenta è prioritaria. Durante l'intero trattamento, poi, è importante mantenere un'igiene orale regolare, con visite in studio ogni 3 o 4 mesi, poiché l'apparecchio ortodontico aumenta il rischio di accumulo di placca che non è amica dei denti.

Un codice etico per la cura di denti e gengive

L'idea di realizzare un Codice etico per gli odontoiatri è venuta alla Società italiana di parodontologia e implantologia (SIdP), per rispondere a un'esigenza sempre più sentita dai cittadini. Disorientati dalle pubblicità sanitarie che mirano più ad attrarre i pazienti negli studi dentistici che non a promuovere la prevenzione e la cura delle malattie della bocca, i cittadini sentono sempre più il bisogno di punti fermi. Il Manifesto promosso dalla SidP contiene alcune raccomandazioni per gli odontoiatri, ma anche utili suggerimenti per i pazienti, affinché siano consapevoli del significato della cura e del suo valore che supera di gran lunga quello economico.

Attenti agli slogan e alle false promesse

Insegne pubblicitarie sulle strade e sui giornali, ma anche spot sui social media che invitano ad acquistare protesi dentarie a prezzi stracciati, come fossero beni di consumo. Ormai anche il settore dentale è finito nella trappola del commercio dove è difficile comprendere il valore, ma anche il senso di quel che si legge nei messaggi promozionali che, a rigor di legge, sono vietati, ma circolano comunque con qualche escamotage, confondendo il cittadino. La SIdp ricorda che le cure dentarie richiedono innanzitutto una diagnosi e dunque non possono essere proposte in modo standardizzato, né tanto meno essere pubblicizzate.

La diagnosi, l'unica certezza, meglio se precoce  

Il dovere dell'odontoiatra è innanzitutto quello di intercettare precocemente le malattie di denti e gengive, non di proporre soluzioni preconfezionate. Per questa ragione la SIdP ricorda i dati allarmanti di una recente indagine condotta da KeyStone sulla salute orale degli italiani e in particolare sulla parodontite. Il 50% della popolazione dai 30 anni in su ha una qualche forma di parodontite, il 15% ha una forma grave con rischio concreto di perdita di uno o più denti, ma solo il 13% di italiani adulti afferma di aver ricevuto una diagnosi di parodontite. Gli odontoiatri potrebbero fare di più, lascia intendere la SIdP, ma anche i pazienti non dovrebbero accontentarsi. Perché è la diagnosi quel che più conta e che dovrebbe spingere i pazienti a rivolgersi all'odontoiatra, non i piani di cura standardizzati che, seppur apparentemente vantaggiosi dal punto di vista economico, di fatto non hanno alcun valore né significato dal punto di vista odontoiatrico.

Prevenzione, la parola d'ordine contenuta nel Codice Etico della SIdP

La gengivite può comparire dopo soli tre giorni di igiene orale trascurata - ricordano gli specialisti della SIdP - ma per fortuna, così com'è arrivata, può andarsene nell'arco di una settimana, se si torna ad avere una corretta igiene orale. D'altro canto, una gengivite trascurata potrebbe trasformarsi in parodontite. Ecco perché il paziente deve avere sempre ben presente quanto sia importante la prevenzione, tenendosi lontano dai fattori di rischio (zuccheri, fumo, alcol e vita sedentaria) e seguendo i consigli del proprio dentista di fiducia. Che andrebbe scelto non sull'onda emotiva di uno spot o di uno slogan, ma sulla base di quel che suggerisce il Codice etico della SIdP che mette al primo posto il paziente e l'informazione basata sull'efficacia e sull'evidenza scientifica.