Gengive, denti e benessere, 4 mosse per restare in salute

Dal XXV congresso internazionale della SIdP, la Società italiana di Parodontologia e Implantologia (svoltosi a Rimini dal 23 al 25 settembre 2021) emergono numeri preoccupanti sulla salute di denti e gengive. In Italia, infatti, sarebbero circa 20milioni le persone affette da infiammazione delle gengive, condizione che in alcuni casi sfocia nella parodontite, malattia che se trascurata può portare alla perdita dei denti.

La parodontite, una malattia spesso nascosta

Secondo la SIdP, in Italia sono circa 8milioni le persone over 35 affette da questa patologia che si situa al quinto posto fra le malattie più frequenti nel mondo. Soltanto nel nostro Paese, , nelle sue forme più severe, la parodontite espone 3milioni di persone al rischio di perdere uno o più denti proprio a causa di questa condizione patologica, ancora oggi sottostimata e spesso diagnosticata tardivamente.

Denti e gengive sane per stare meglio

Per evitare di correre questo rischio, è necessario tenere sotto controllo la placca dentaria praticando una buona igiene orale quotidiana, ma anche sottoponendosi ai controlli periodici dal dentista e dall'igienista dentale. In questo modo è possibile intercettare precocemente la malattia parodontale e ridurre i costi biologici ed economici che la sostituzione dei denti, persi a causa della malattia, comporta. Ma c'è di più. Tenere sotto controllo la parodontite aiuta anche e ridurre il rischio di peggioramento di altre malattie, tra cui l'aterosclerosi, il diabete e persino il Covid-19, come hanno mostrato recenti studi.

Le 4 raccomandazioni (+1) della SIdP

È così che la SIdP lancia 4 raccomandazioni chiave, indicazioni rivolte soprattutto alle istituzioni, ma anche ai cittadini che possono fare molto per tenere a bada la parodontite. Per sconfiggere questa malattia, secondo gli esperti della SIdP si dovrebbe innanzitutto lavorare sulla prevenzione e sulla gestione clinica della patologia (1a raccomandazione), poi far dialogare maggiormente l'odontoiatria con i servizi di assistenza sanitaria generale (2a raccomandazione), promuovendo così campagne di sanità pubblica (3a raccomandazione) che sfocino in un più facile accesso alle cure dentistiche (4a raccomandazione).

Non ultimo, secondo la SIdP anche nelle scuole si dovrebbe operare con campagne di sensibilizzazione, affinché sia concessa a tutta la popolazione, incluse le categorie più deboli economicamente, la possibilità di accedere alle cure e alle misure di prevenzione, le più efficaci per stare alla larga da questa malattia che a volte esordisce con un semplice sanguinamento delle gengive ma poi finisce per far perdere i denti.

Denti ipersensibili al freddo, scoperta la causa

Si chiama TRCP5 la proteina "termometro" che si attiva col freddo e spinge le fibre nervose presenti nei denti a inviare impulsi dolorosi al cervello. Oggetto di una recente pubblicazione sulla rivista Science Advances, la scoperta è stata portata alla luce da un gruppo di ricercatori del Massachusetts General Hospital (MGH) e potrebbe portare a nuove terapie mirate per curare l'ipersensibilità dentinale.

Un meccanismo di difesa primordiale

Secondo Jochen Lennerz, il patologo dell'MGH che ha condotto lo studio, la proteina TRCP5 che viene espressa dalle cellule della dentina presenti al di sotto dello smalto farebbe parte di un meccanismo di difesa per proteggere i denti lesionati da ulteriori danni: non per niente questo particolare sensore molecolare sarebbe particolarmente abbondante in caso di carie, di qui l'ipotesi avanzata dal ricercatore del Massachusetts General Hospital.

Cosa dimostra lo studio dell'MGH

La ricerca condotta da Hochen Lennerz dimostra che gli odontoblasti, cioè le cellule della dentina che rivestono la polpa del dente, sono responsabili della percezione del freddo e che se la polpa dentale è infiammata, per esempio per una carie, la presenza di TRCP5 è più elevata e determina un aumento dell'attività elettrica dei nervi che collegano le radici del dente al cervello. Lo studio, seppur condotto sui topi di laboratorio, dimostra che la proteina "termometro" è presente anche nei denti umani e può essere inibita dall'eugenolo, il principio attivo presente nell'olio dei chiodi di garofano che infatti da secoli viene usato per sedare il mal di denti.

Quali rimedi impiegare nei casi di ipersensibilità dentinale

Se i denti sono sensibili al freddo, il consiglio è quello di rivolgersi al proprio odontoiatra di fiducia, per sottoporsi ad una visita accurata. Di ipersensibilità dentinale, infatti, può soffrire chi usa dentifrici aggressivi o spazzola i denti in modo troppo energico, oppure chi è affetto da parodontite, bruxismo e carie. Per questa ragione è bene non sottovalutare il sintomo, peraltro molto fastidioso, e affidarsi ai consigli e alle cure di uno specialista.

Ipertensione, nelle gengive i primi segni della malattia

Ipertensione e parodontite, la malattia infiammatoria delle gengive che se non curata può portare a gravi conseguenze sino alla perdita dei denti, sono due patologie spesso correlate tra loro. Nei casi di ipertensione asintomatica, infatti, cioè quella priva di sintomi evidenti, il segno di questa malattia può manifestarsi nelle gengive che appaiono infiammate e a volte sanguinano. Ma non solo, chi soffre di parodontite raddoppia il rischio di imbattersi anche nell'ipertensione: è giunto a queste conclusioni uno studio condotto da un ricercatore italiano, Francesco D'Aiuto, presso l'UCL Eastman Dental Institute di Londra, pubblicato sulla rivista Hypertension.

Com'è stato condotto lo studio                                                            

Per indagare la correlazione tra ipertensione e parodontite, lo studio ha coinvolto 500 persone, di cui la metà affetta da una grave forma di parodontite. Dall'analisi dei dati, è emerso che a soffrire di ipertensione era il 14% delle persone con malattia parodontale, mentre nel gruppo di controllo la percentuale era decisamente più bassa, il 7%. Chi soffre di parodontite, dunque, secondo l'autore della ricerca, avrebbe una probabilità doppia di soffrire anche di ipertensione, soprattutto nelle sue forme asintomatiche. Inoltre, il legame tra parodontite e pressione alta, sempre secondo lo studio, si instaurerebbe prima che si sviluppi in forma conclamata l'ipertensione, segno di quanto sia importante la diagnosi precoce di questa malattia anche attraverso l'osservazione del cavo orale.

Le conseguenze pratiche di questa ricerca

Sono due i suggerimenti che lo studio condotto presso l'UCL Eastman Dental Institute di Londra sembra voler dare a medici e pazienti. Il primo riguarda la necessità di prendersi cura della malattia parodontale, per scongiurarne gli esiti negativi, ma anche per intercettare il problema dell'ipertensione, a volte ignorato. D'altro canto, vale anche il contrario: chi soffre di ipertensione non dovrebbe mai trascurare neppure la cura della bocca, sottoponendosi ai controlli periodici dal proprio odontoiatra di fiducia per intercettare la malattia parodontale che, se diagnosticata in modo tempestivo, può essere curata con maggior successo.