Per mantenersi in salute è bene seguire la dieta mediterranea e fare un po' di attività fisica. Uno studio italiano condotto dal Dipartimento di biotecnologie mediche dell'Università di Siena e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Periodontology, ha indagato le relazioni tra alimentazione, sport e salute della bocca, giungendo proprio a questa conclusione. La stessa che peraltro suggerisce da sempre il buon senso e il sapere popolare. Ma avere la conferma della scienza è una garanzia in più per abbracciare un nuovo stile di vita.
Meno rischi, più salute
Mangiare male e muoversi poco aumenta di 10 volte il rischio di parodontite, la malattia infiammatoria più temuta per la salute di denti e gengive, e che se trascurata può portare a gravi conseguenze.I ricercatori afferenti al Dipartimento di biotecnologie mediche dell'Università di Siena hanno arruolato 235 pazienti in cura per questa malattia, a cui hanno somministrato un questionario per conoscere il loro stile di vita. “Quindi, abbiamo esaminato con una sonda parodontale - spiega Nicola Discepoli, professore associato di odontostomatologia all'Università degli Studi di Siena - la profondità di tasca gengivale che presentavano intorno ai denti: se è più profonda di 4 mm e sanguinante, se non curata porta alla caduta del dente. Abbiamo così osservato che, in chi non seguiva una dieta mediterranea e faceva una vita più sedentaria, era più frequente vedere una parodontite di stadio grave, con tasche più difficili da chiudere".
L'obiettivo: ridurre il livello di infiammazione
Seguire le regole della dieta mediterranea e fare un po’ di attività fisica aiuta a mantenersi in salute. Perché? Innanzitutto, perché cibandosi degli alimenti tipici della dieta mediterranea, ricca di frutta e verdura, pesce, legumi e olio di oliva, si riduce l'assunzione di zuccheri e grassi, proprio quelli che causano elevati livelli di infiammazione nell'organismo. Poi perché l'attività fisica, anche moderata - non è necessario praticare uno sport vero e proprio - amplifica i benefici e allontana gli effetti negativi della vita sedentaria. Basti pensare, infatti, che la sedentarietà aumenta di 1,7 volte il rischio di parodontite, anche se il ruolo più importante ce l'ha sempre l'alimentazione, perché mangiare male aumenta il rischio di parodontite di quasi 6 volte. In ogni caso, seguire uno stile di vita sano aiuta a tenere lontana non solo la parodontite, ma anche le malattie cardiovascolari, artriti e diabete, cioè tutte le altre malattie particolarmente diffuse nei Paesi occidentali.
Qualche raccomandazione che vale per tutti
Alla luce di quel che suggerisce il buon senso, dunque, ma anche e soprattutto la ricerca scientifica che non può più essere ignorata, il consiglio è quello di seguire le indicazioni della Società Italiana di Parodontologia e implantologia (Sidp). "Questo studio”, spiega Discepoli che coordina la commissione scientifica della (Sidp), “è il primo che evidenzia, insieme, l'associazione tra aderenza a dieta e attività fisica, e malattia parodontale severa. I risultati indicano con chiarezza che intervenire sugli stili di vita è fondamentale per chi soffre di parodontite, soprattutto in chi ha una tendenza familiare a sviluppare la malattia. Su questo aspetto è importante che i dentisti siano formati: anche nel corso delle visite dentistiche bisogna promuovere attività fisica e nutrizione corretta, cosa che ancora purtroppo molti non fanno". E che noi, invece, cerchiamo di attuare attraverso la diffusione video e articoli dedicati al mondo della salute orale e non solo.
La svapo è una particolare sigaretta elettronica, molto in uso soprattutto tra gli adolescenti. Il dispositivo, grande poco meno di un pacchetto di sigarette, è dotato di un piccolo serbatoio e di una resistenza elettrica interna che vaporizza liquidi aromatizzati contenenti anche nicotina. All'apparenza, la svapo sembra del tutto innocua, in realtà potrebbe esporre gli utilizzatori assidui a più rischi di quanto si immagini. E non solo per la dipendenza dalla nicotina. Un recente studio, infatti, pubblicato sul Journal of the American Dental Association, ha sollevato alcuni dubbi anche in merito agli effetti che potrebbe avere sui denti.
Per gli "svapatori", infatti, il rischio di sviluppare la carie sembrerebbe più elevato. Il dato è emerso dall'analisi di 13mila pazienti adulti, di cui 136 dichiaravano di fare uso abituale della sigaretta elettronica. Tra i soggetti considerati ad alto rischio carie per diversi altri fattori, gli utilizzatori di svapo sono risultati più vulnerabili alla carie.
Già nel 2020, una ricerca analoga aveva dimostrato che l'uso della sigaretta elettronica tradizionale altera il microbioma orale, cioè quell'insieme di microrganismi che popolano la nostra bocca e che in condizioni ottimali convivono per mantenere in salute denti e gengive. L'alterazione di questo microsistema è alla base di molte patologie della bocca che gli svapatori potrebbero mettere a rischio anche per un'altra ragione.
I ricercatori guidati della dottoressa Karina Irusa della Scuola Universitaria di Odontoiatria di Tufts, hanno analizzato il contenuto dei serbatoi delle svapo che contengono dolcificanti e aromi artificiali. Sostanze che finiscono per depositarsi sui denti attraverso l'aerosol prodotto dal dispositivo. Questa sorta di pellicola zuccherina e appiccicosa, secondo i ricercatori, alimenterebbe i batteri responsabili della carie, facendo così aumentare le probabilità di sviluppare la malattia.
Questo dato sembra essere suffragato da un altro elemento messo in evidenza dagli studiosi: la sede dove si svilupperebbe maggiormente la carie. Negli svapatori, infatti, i siti più frequentemente cariati corrispondono alla punta dei denti anteriori superiori, proprio la zona più facile da pulire e dove solitamente non si riscontra la carie. Un'ulteriore prova, dunque, che l'ipotesi di studio dei ricercatori è fondata, sebbene la ricerca sia da considerare preliminare e propedeutica ad altri studi che dovranno essere condotti.
In ogni caso, anche solo per i danni che comporta l'assunzione della nicotina e a livello precauzionale per le altre problematiche che questa ricerca ha messo in luce, sarebbe meglio stare alla larga dal fumo, dalla sigaretta elettronica e dalla svapo. E se proprio non se ne può fare a meno, allora il consiglio è quello di curare in modo ancor più attento l'igiene orale quotidiana, utilizzando il dentifricio al fluoro e il colluttorio, sottoponendosi a controlli odontoiatrici ancor più frequenti.
Per contrastare la parodontite, grave malattia infiammatoria delle gengive che oggi colpisce all'incirca il 50% degli adulti a partire dai 30 anni, nel prossimo futuro si potrà contare su un particolare gel per uso topico. Il nuovo farmaco è ancora allo studio, ma i ricercatori del NYU College of Dentistry sono ottimisti, perché positivi sono i risultati già ottenuti e pubblicati sulla rivista Cell Reports.
Dopo la sperimentazione sui topi e sulle cellule umane, il gel potrà essere sperimentato sull'uomo tra circa 2 anni, con l'obiettivo di mettere a punto un medicamento in grado di ridurre l'infiammazione delle gengive, contrastare l'alterazione del microbioma orale e prevenire la perdita ossea, cioè, in una parola, dichiarare guerra alla parodontite.
Perché è così pericolosa la parodontite
Perché, se non curata adeguatamente, può portare alla perdita dei denti. E il gel allo studio presso la New York University potrebbe rappresentare un'importante novità, "perché nessun trattamento attuale per i disturbi gengivali", ricorda Yuqi Guo, il primo autore della ricerca, "riduce contemporaneamente l'infiammazione, limita l'alterazione del microbioma orale e previene la perdita ossea. C'è un bisogno urgente di salute pubblica di trattamenti più mirati ed efficaci per questa malattia così diffusa".
Il ruolo della "succinina" nella parodontite
Al centro dello studio, che potrebbe dare un grande contributo alla cura della parodontite, c'è una molecola chiamata "succinina" che già ricerche passate avevano messo in relazione con le malattie gengivali. E gli stessi ricercatori del College of Dentistry della New York University , già nel 2017 avevano scoperto che livelli elevati di succinato stimolano la perdita ossea: di qui l'interesse per approfondire la ricerca sul ruolo giocato da questa molecola sulla salute orale.
Cos'ha dimostrato lo studio
La ricerca ha confermato quanto già osservato nell'uomo e nei topi e cioè il ruolo del succinato nella malattia che colpisce le gengive. Questa correlazione è stata dimostrata sui topi, mettendo fuori uso il gene per il recettore del succinato. In pratica, nei animali con il gene messo fuori uso, i ricercatori hanno riscontrato livelli più bassi di infiammazione, un miglior microbioma e una minor incidenza di perdita ossea, dunque una maggior resistenza alla malattia parodontale.
I prossimi passi
Dopo la sperimentazione in vitro e quella sugli animali, i ricercatori ora dovranno mettere a punto una formulazione per l'uomo, affinché il test possa essere sperimentato sulle persone affette da parodontite. Ci vorrà ancora un po' di tempo, ma lo studio promette bene, anche perché va nella stessa direzione della cosiddetta "terapia di modulazione dell'ospite", cioè quell'approccio terapeutico che mira a irrobustire le difese immunitarie per contrastare le malattie. Un metodo particolarmente efficace per le patologie multifattoriali, com'è la parodontite.
Cosa fare nell'immediato
Gli esperti non hanno dubbio su come contrastare oggi la parodontite. In attesa che si trovino armi più efficaci per combattere questa grave malattia delle gengive, attualmente la miglior cura resta la prevenzione che si attua sottoponendosi con la giusta frequenza alle visite di controllo dall'odontoiatra, ma anche adottando una corretta igiene orale quotidiana e uno stile di vita sano ed equilibrato.